Le tenere favole in rima di mamma Simona per piccoli (e grandi) lettori
La favola è abitata dal meraviglioso, tempo sospeso che capovolge il mondo: la realtà sfuma i contorni e si mescola con la fantasia, in un gioco di rimandi fuori da ogni epoca. Le storie diventano eterne perché raccolgono archetipi di paure sogni, ma sanno anche confonderli, trasformali, mascherarli in modo nuovo e sorprendente, oltre i confini risaputi della contemporaneità. C’era una volta… è l’introduzione fiabesca che accompagna da sempre il lettore verso un altrove, in cui tutto diventa possibile. A questo incipit, antico e rassicurante, non rinuncia Simona De Tullio, giovane mamma (Foggia, 1974), in una delle sue storie in rima per piccoli e grandi lettori. ‘Diomede’ ha scelto di presentarne tre, selezionate non senza imbarazzo e fatica nella vasta produzione ancora inedita
dell’autrice, che scrive un po’ per caso e molto per diletto. Simona gioca con le parole, che si rincorrono in rime baciate, in assonanze e allitterazioni, mettendo le ali alla fantasia che attinge al grande repertorio classico, dalla presenza di animali antropomorfi, al taglio solidaristico e pacifista di stampo rodariano. Certo, ci sono ancora delle ingenuità, sia a livello narrativo sia nell’ostinata ricerca della rima, che a volte appare forzata, ma Simona non tradisce mai il senso del
gioco, la capacità delle parole di costruire mondi altri. Mondi che possono arrivare a dire l’indicibile, con levità, senza retorica, come quando in “Il regalo più bello” si legge che un silenzio sa gridare e un urlo può (anche) tacere.