C’era una volta in uno stagno un rospetto assai orgoglioso che durante ogni suo bagno si specchiava vanitoso.
Per tutti gli amici era Adalberto, rospo gentile e corteggiato, dal carattere generoso e aperto e grande mangione di gelato.
Lui era bello, bello davvero,(al contrario di quanto si dice), aveva il capello riccio e nero ed era magro come un’alice.
Aveva due grandi occhi marroni, sguardo intenso e accattivante, labbra rosse e gran muscoloni ma sensibile e sempre elegante.
Però aveva un problema che lo assillava e vi assicuro, non era un capriccio: poiché la gente lo denigrava pensò di usare un naso posticcio!
Il naso vero era un po’ grosso e dovette ricorrere ad un trucchetto: le narici larghe a più non posso non gli donavano un bell’aspetto!
Coperto il naso, cambiò anche stagno per evitare gli insulti di tutti, lì comandava il Principe Ragno, degno capo degli insetti brutti.
Per questo motivo il nuovo arrivato, che pensava di aver vita più bella, in realtà non fu accettato e venne rinchiuso in una cella.
Ma le ranocchie di quelle zone, da tanto splendore affascinate, organizzarono una spedizione perché si erano proprio arrabbiate!
Fra tutte le rane di quel corteo ce n’era una alquanto bruttina, con bocca larga e un grosso neo ma un naso stupendo da copertina.
Innamorata del bel Adalberto, questa rana di nome Rosetta, una cosa sapeva per certo: di dover liberare la sua ranocchietta.
La cella stava in cima alla torre di un vecchio castello abbandonato, e il perfido Ragno decise di porre mille guardie che aveva pagato per sorvegliare il piccolo ostaggio, che, invece, ben presto ricevette un breve ma romantico messaggio: “Amore, ti toglierò quelle manette!”.
L’intrepida rana riuscì a saltare il profondo fossato del castello; tanti pericoli dovette affrontare ma riuscì a liberare il suo rospo bello.
Durante la fuga quel naso posticcio volò cadendo aldilà del prato e pensando di aver fatto un gran pasticcio coprì con la zampa quel viso sformato.
Visto com’era davvero il suo volto, Rosetta sorrise ancor più emozionata perché Adalberto le piaceva molto con quel nasone un poco a patata!
Fra i due ci fu subito una bella intesa e quando il pericolo fu passato il rospetto le disse con gran sorpresa: “Rosetta, mi sono innamorato!
Noi due insieme ci compensiamo, facciamo in due una rana perfetta. Allora perché non ci sposiamo, mia dolce e gentile Rosetta?”.
Imbarazzata da questa richiesta ci pensò soltanto un secondo, poi rispose col cuore in festa: “Sono la rana più felice del mondo!”.
Questa è la storia di Adalberto e Rosetta che, nonostante il Principe Ragno, costruirono insieme una bella casetta proprio nei pressi di quello stagno dove il rospo si specchiava arrabbiato per un naso che non piaceva a nessuna e che Madre Natura gli aveva donato purtroppo o, forse, per fortuna!
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