Anno 3 N°7Focus

Due lettere cariche d’amore per la Capitanata e per ‘Diomede’

Spettabile redazione rivista “Diomede”

Vivo a Milano e ho avuto modo di leggere diversi numeri della vostra rivista e desidero esprimere il mio apprezzamento per l’ottimo lavoro svolto con la Vostra pubblicazione “Diomede”.
E’ una rivista “concreta”, abbraccia a 360 gradi gli aspetti di un territorio e ne svela tante sfaccettature diverse. Gli argomenti sono descritti con cura ed efficacia ma quello che ho notato piu di ogni altra cosa è una nota di poetico che si respira pagina dopo pagina, a testimoniare che c’è un grande Amore per il lavoro che fate e per il territorio che raccontate.
Un apprezzamento per finire alla scelta del formato, pratico elegante e inusuale.
Complimenti.

Lia Del Duca

Gentilissima Lia,
la ringraziamo per le belle parole, sincere soprattutto. Sappiamo che non è l’unica a ricevere e leggere “Diomede” al Nord, vista la presenza di numerosi abbonati, lettori ed anche collaboratori nelle regioni settentrionali.
Cerchiamo di fare del nostro meglio e ci piace sapere come qualcuno abbia percepito quella buona dose di amore che ci mettiamo nel realizzare questa rivista, che non vuole essere solo un giornale che esce ogni due mesi: “Diomede”, infatti, è qualcosa di più. È una scommessa col mercato editoriale di Capitanata, dove sono presenti quasi esclusivamente giornali free press (quelli distribuiti gratuitamente, e che, a onor del vero, in alcuni casi fanno un buon lavoro), televisioni (molto) private, e testate invasive dal punto di vista pubblicitario.
Noi, come avrà notato, abbiamo scelto una strada diversa: privilegiare gli spazi di informazione, valorizzare il territorio, offrire spunti di riflessione indagando e riscoprendo la nostra Storia, ricca di episodi, pagine importanti e personaggi ignoti o ancora poco conosciuti. Insomma, una rivista che desidera informare senza stancare, che cerca di incuriosire superando il limite della sua periodicità. Per un bimestrale, forse, è già molto quel che facciamo e la cosa che più ci onora è che, numero dopo numero, cresce la platea dei lettori e le edicole ci chiamano sovente per sollecitare una nuova fornitura. Non sappiamo quante altre testate possano fare altrettanto.
E di tanto, ancora una volta, dobbiamo ringraziare lettori, aziende e collaboratori, che credono in questa scommessa, per quanto originale e faticosa, e non priva di errori e di limiti.

Gentile direttore

sono un giovane garganico, alquanto affezionato a questa nostra grande provincia qual è la Capitanata. E, di essa, mi nutro. Della sua essenza, della sua rigogliosa forza che risiede in ogni angolo ombroso di foresta, spiga di grano e granello di sabbia; mi nutro della sua musica, della tarantella del Gargano e dei canti del venerdì Santo di Vico; giovo del forte richiamo che questa terra possiede, e che mi richiama all’ovile ogni volta che mi allontano per motivi di studio. Riconosco però di non assaporare tutta questa provincia; perché molte cose, molte culture minori –solo per il fatto di essere celate- mi sono ancora sconosciute. E lo sono perché ben pochi, sino ad ora hanno deciso di raccontarle.
Tra i pochi c’è lei, ed il suo Diomede. Sono in bella vista le ultime edizioni sulla mia scrivania. Spesso le riprendo; le rileggo da cima a fondo una dopo l’altra e non ho mai trovato qualcosa che non rapisse i miei occhi o mi facesse perdere la voglia di leggere. Fin dal primo numero ho capito che Diomede era diverso. Era qualcosa di nuovo; di vero, di utile.
Mi hanno colpito la grafica, le foto, e la proposta editoriale, la copertina (spesso decisamente quella giusta), e la grande semplicità comunicativa che lei ed i suoi collaboratori adottate.
Il mio augurio è sincero e sentito; e il mio ringraziamento è dovuto, piccoli, grandi comunicatori di
Capitanata!

Nicola Ottaviano

Sono io a ringraziare, lei e i tanti che come lei pensano queste cose ma non hanno ancora avuto tempo o voglia di  omunicarcelo. Perché a voce si è bravi a dispensar elogi, a tessere ringraziamenti, e sono sempre graditi, beninteso. Un po’ di concretezza, però, non fa mai male, anzi, aiuta a lavorare meglio ed io, con i tanti che ci aiutano a realizzare ogni volta “Diomede”, abbiamo bisogno di sentircelo dire con le parole giuste. E le sue, mi creda, hanno colto molto nel segno. Un tantino commossi ringraziamo, sperando di non deluderla mai.