Il Focus di questo numero è dedicato al tema della cultura che, non a caso, è tra quelli con cui vogliamo caratterizzare la rivista.
In occasione delle elezioni regionali, previste per la fine del prossimo mese di marzo, abbiamo voluto interpellare quattro personalità in rappresentanza degli schieramenti in campo.
Abbiamo colto nelle risposte dei nostri gentili interlocutori una sensibilità che fa ben sperare per il futuro delle nostre comunità.
Qualcuno si è soffermato forse troppo sul capoluogo, forse perché inconsciamente ciò corrisponde al proprio attuale livello di responsabilità politico-amministrativa; altri hanno sottolineato i perché inconsciamente ciò corrisponde al proprio attuale livello di responsabilità politico-amministrativa; altri hanno sottolineato i meriti delle rispettive amministrazioni in campo culturale; tutti hanno evitato – non si comprende per quale ragione – di indicare una, due o tre vere e proprie emergenze legate al campo della cultura. Noi proviamo a segnalarne un paio, giusto per ricordare, non solo a loro ma a tutti i futuri candidati ed eletti alla Regione Puglia, che le emergenze sono autentiche ed anzi si trascinano da troppo tempo: il dramma dell’Abazia di Kàlena a Peschici, la Tomba della Medusa nei pressi di Foggia, la Cattedrale e il Teatro comunale del capoluogo, la basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto, la Biblioteca comunale di San Severo, il Ponte Romano di Sant’Agata di Puglia di cui ci occupiamo proprio in questo numero di ‘Diomede’.
È vero, in parte lo Stato, la Regione, la Provincia e i Comuni interessati qualche cosa hanno fatto, ma l’impressione particolare è che su certe situazioni (Tomba della Medusa, Ponte Romano di S. Agata e basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto) l’attenzione non sembra molto desta col risultato che se non ci si sforza di reperire almeno quei pochi fondi che servirebbero per sanare le citate emergenze, il tempo finirà per aggravare rovinosamente queste splendide testimonianze storiche e artistiche.
Possano i nuovi amministratori e consiglieri regionali, finanziare meno discutibili iniziative che lasciano il tempo che trovano, impegnandosi viceversa a salvaguardare l’esistente con uno sguardo lungimirante in tema di risorse culturali & occupazionali, un binomio troppo poco sfruttato, specie in Capitanata.
È l’augurio sincero che formuliamo a tutti, per il bene della nostra terra e dei più giovani soprattutto.
LE CINQUE DOMANDE
1 – In un clima di crisi perdurante, i tagli alla cultura finiscono per essere spesso i più pesanti e intollerabili. Ritiene possibile arrestare questa tendenza ed, anzi, cogliere l’occasione per restituire dignità a musei, biblioteche, scuole, iniziative culturali ed editoriali serie?
2 – Quale è il vero problema dei musei di Capitanata, come quello della stragrande maggioranza di quelli italiani rispetto a quelli europei? Perchè solo qui sembra non si riesca a guadagnare con l’archeo-logia e l’arte?
3 – Quali sono, a suo avviso, le emergenze in campo culturale di cui soffre la provincia di Foggia e che la Regione potrebbe aiutare a risolvere?
4 – In questo senso, può dirci cosa, se eletto, lei e il suo partito pensa di poter fare concretamente nell’intervenire a beneficio delle situazioni precedentemente ricordate?
5 – Quasi sempre gli Enti gestiti da coalizioni diverse faticano a collaborare nel nome degli interessi delle popolazioni amministrate. Ritiene si possa superare questo anacronistico ostacolo e pervenire ad una politica che parli un’unica lingua, per il bene comune e per l’entità di una crisi che proprio per questo occorrerebbe affrontare senza troppi steccati e sterili contrapposizioni?
PINO LONIGRO
(Sinistra Ecologia e Libertà – Presidente Nichi Vendola)
1. I tagli al sistema cultura sono stati sempre presenti nella formulazione e nella stesura delle Leggi Finanziarie e nei Bilanci delle Amministrazioni locali. Questa tendenza, purtroppo, è più accentuata nei periodi in cui le crisi sono più lunghe e pesanti. L’impegno ad arrestare tale tendenza è sempre proclamata ma quasi mai praticata. In Puglia, da un po’ di tempo, si è però iniziato a ragionare in termini più complessivi e in maniera più articolata, soprattutto da parte delle Amministrazioni pubbliche. Intorno alla “cultura”, nell’accezione più ampia del termine, l’approccio deve essere sistemico, perché questo settore è sinonimo di occupazione, conoscenze, comunicazione, ricerca, turismo, arte, identità ed altro ancora. Per questo la cultura, come qualsiasi altro settore, ha bisogno di continui ed importanti investimenti. Condivido pienamente la lungimiranza di chi ritiene necessario restituire dignità al settore. Vorrei anche ricordare i tantissimi interventi effettuati dalla Regione Puglia, anche in termini di risorse finanziarie, nei diversi settori del turismo, per il ripristino di opere pubbliche o di pubblico interesse danneggiate da calamità naturali, per il sistema degli Archivi e per il Sistema dei Musei; altri per la realizzazione di opere di restauro funzionale degli organi antichi situati nelle nostre Chiese, per il recupero degli immobili di pregio storico-architettonico, per il rafforzamento della Rete regionale di Informazione ed Accoglienza al Turista, per il settore della pubblica istruzione e perca istruzione e per i diversi campi dello spettacolo. Certo, bisogna dare dignità alla cultura, anche con iniziative editoriali serie. Per questo è opportuno e necessario che lavorino in sinergia non solo le Istituzioni Pubbliche, ma anche i privati che hanno solo da guadagnare con investimenti nel campo della informazione, della pubblicità e della promozione del nostro territorio.
2. Attraverso l’Accordo di Programma Quadro in materia di Beni ed Attività Culturali, la Regione Puglia ha finanziato tutti i progetti presentati dagli Enti interessati del nostro territorio per gli interventi relativi al “Sistema dei Musei” con cospicue risorse finanziarie. Ma ciò non basta, perché occorre saperli gestire. Gestione che non sia solo quella della conservazione o spazi quale “ospizio di fram-menti”, come ha scritto qualcuno, ma didattica permanente, attraverso una esposizione non statica dei beni culturali. Occorre personale specializzato, laboratori di restauro, spazi per l’accoglienza dei visitatori, moderni strumenti multimediali, ma soprattutto creare una rete permanente attraverso la quale interagire continuamente, cercando di fare sistema e sapendo “vendere” l’enorme patrimonio culturale e artistico che possediamo. Il vero problema è la gestione della rete museale che non funziona, così come non si è consolidata ancora in maniera forte l’idea che bisogna “fare sistema” per essere vincenti.
Di certo qualcosa non ha funzionato, forse a causa di una eccessiva voglia di protagonismo di alcuni Campanili e territori che nella nostra Provincia sappiamo essere frammentati e a volte in una esasperante competizione.
Penso che questo nostro grande, quanto diversificato contenitore culturale che è la Capitanata, terra ricca di bellezze naturali, paesaggistiche, ambientali e storiche, di tradizioni e di folclore, di eccellenze enogastronomiche, di presenze e tradizioni religiose e di personaggi importanti in campo letterario, artistico e in quello dello spettacolo, possa essere assolutamentelo dello spettacolo, possa essere assolutamente fonte di guadagno e di sviluppo economico e di occupazionale per le nostre comunità.
Nella Povincia di Foggia e in tutto il Tavoliere delle Puglie, in base ad una ultima ricerca, sono stati schedati ben 16 musei. Si può ben comprendere l’importanza di tale presenza per sviluppare cultura ed incentivare l’occupazione. Stesso discorso per la costruzione di una rete delle Biblioteche nella Provincia di Foggia, che consentirebbe una ulteriore valorizzazione del patrimonio storico e culturale del nostro territorio, esigenza emersa, tra l’altro, anche in una giornata di studio a Palazzo Dogana lo scorso anno, nella quale si discusse la costruzione della rete di servizi bibliotecari e museali della Provincia di Foggia all’interno della Pianificazione Strategica di Area Vasta.
3. Intanto vorrei sfatare una convinzione e cioè che quella di Foggia sia una provincia povera ed arretrata, slegata dal più vasto territorio regionale e di cui la stampa si occupa solo per la cronaca nera, per il dissesto idrogeologico del suo territorio, per le coste mangiate dal mare, per il verde bruciato dal fuoco o per i palazzi a volte puntellati perché mancano le risorse finanziarie o perché non si fa manutenzione. La Capitanata, e qui intendo tutti i luoghi e gli elementi caratterizzanti che vi insistono, l’intero suo patrimonio storico e culturale rappresentano una realtà che nessun altro può forse dire di possedere. E come cittadino, orgoglioso di questa terra, penso che, pur di fronte alle tante emergenze che ci sono anche in campo culturale, tutti quanti dobbiamo riscoprire la nostra vera identità, fare autocritica dei nostri vizi, rimetterci in gioco e costruire un sistema, “mettersi in rete” come suol dirsi, e avere un progetto alto e ambizioso di valorizzazione e promozione del nostro territorio.
Ad oggi, probabilmente, non siamo stati capaci di creare e vivacizzare questo sistema e questa rete, non abbiamo saputo ragionare, e conseguentemente agire, avendo nella testa una programmazione strategica capace di far confluire tutte le risorse regionali, statali ed europee, rifiutando invece la tattica della frammentazione territoriale e degli egoismi di Campanile. La Regione Puglia potrebbe aiutarci in questo processo, sostenendo, approvando e finanziando tutti quei progetti in linea con l’idea di un “sistema cultura” che si voglia mettere in campo in modo condiviso e partecipato e che dia senso unitario al prodotto culturale che si vuole realizzare.
Il problema della comunicazione e della informazione, il non riuscire a “fare sistema” in modo unitario, la necessità di riscoprire e rilanciare la nostra identità, è – parafrasando – la vera “emergenza culturale”, che ci impone di reagire, individuando però un percorso virtuoso e comune che coinvolga indistintamente tutti, dal singolo cittadino alle famiglie, dalla scuola all’Università, dall’imprenditoria pubblica a quella privata, dai mass-media fino – ovviamente – alle Istituzioni.
4. Individuate le vere emergenze, poi occorrerà tentare di eliminarle, perché non si può pensare di convivere sempre con esse, che alla fine determinano costi economici pesantissimi. Disegnato un progetto condiviso, creata una rete di relazioni che interagisca permanentemente, individuate quelle priorità in ambito culturale che possano permettere una crescita di quel dato territorio, fatto questo lavorerei per ricercare risorse finanziarie necessarie a realizzare concretamente gli interventi individuati che non debbano però tornare utili solo a pezzetti di territorio, con gli immancabili finanziamenti a pioggia e frammentati che non giovano se non a pochi; mi impegnerei nel trovare risorse utili ad un territorio che sia inserito in un progetto più vasto, in cui il singolo intervento diventi elemento moltiplicatore di effetti positivi. Promuoverei in maniera sinergica, coordinata e costante la cultura col turismo, perché sono due grandi punti di forza del nostro territorio ma spesso slegati tra loro.
L’enorme patrimonio culturale della Capitanata va custodito, valorizzato e rilanciato proprio come filiera culturale. Pensiamo ai nostri meravigliosi Castelli, alle stupende Cattedrali e alle interessanti e bellissime Chiese, ai Palazzi storici, alle particolarità e alle tradizioni religiose, ai Santuari Mariani, alla grotta di San Michele a Monte Sant’Angelo, a Paglicci, alle grotte del Gargano, ai tesori archeologici, alle famose Stele, alle necropoli, ai Regi Tratturi che avete opportunamente definito «autostrade dell’antichità», ai diversi ed importanti musei, alle biblioteche; penso alla nostra famosa e genuina gastronomia, alle tradizioni e al folclore locale, alle note bellezze paesaggistiche ed ambientali.
Tutto questo deve essere visto, vissuto e pubblicizzato anche dalla nostra gente e quindi veicolato, con l’ausilio delle Amministrazioni Pubbliche, della Regione, del mondo dell’informa-zione, dell’Università e dell’Imprenditoria. Così come mi impegnerei – se venissi eletto – a vigilare perché siano portate a compimento tutte le progettualità attivate con i moderni strumenti di programmazione negoziata, come i Contratti di Programma, i PIRP, i Contratti di Quartiere, i Progetti di Area Vasta, inseguendo anche tutto quanto la strumentazione comunitaria mette a disposizione in termini di progettualità e a livello finanziario in relazione ai fondi POR Puglia – Programmazione 2007 – 2013.
5. Ciò non è solo auspicabile, ma utile e necessario. Avere posizioni politiche differenti è normale, ma non può essere un alibi per impedire impegni comuni nel raggiungimento di obiettivi importanti e utili per le comunità e per il proprio territorio.
Il mio impegno e la mia disponibilità sarà totale nel ricercare momenti di collaborazione con gli uomini e Istituzioni anche in contesti di contrapposizione. Non a caso ho affermato, e ne sono pienamente convinto, che se non si fa “fare sistema” in maniera unitaria, non si va da nessuna parte e questo gli uomini e le Istituzioni pubbliche dovrebbero capirlo più di tutti. In questo modo si potrebbero aumentare le poche risorse disponibili e“vendere” meglio il prodotto culturale richiamato in premessa.
In questi giorni è in pieno svolgimento a Milano la BIT, la grande campionaria del turismo, e sono ben felice di aver appreso che la Capitanata è presente in Fiera, così come sono altrettanto contento che si stia pubblicizzando una parte bellissima ed importante delle nostre tradizioni religiose, quali i Riti della Settimana Santa, la meravigliosa storia dei Regi Tratturi che raccontano la transumanza nella storia della Capitanata e si stia promuovendo la millenaria cultura dei nostri meravigliosi vini.
CHI E’ PINO LONIGRO
Nato a Foggia il 6 febbraio 1959, dove risiede. È dipendente Regione Puglia – Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Foggia. Milita attualmente nel Partito Socialista. Alle elezioni regionali del 3 e 4 aprile 2005 è stato eletto al Consiglio della Regione Puglia nelle liste dell’Unità Socialista – SDI. Dal 1981 al 1990 è stato consigliere della terza Circoscrizione “Ferrovia” Comune di Foggia.
Ha ricoperto l’incarico di Assessore Provinciale di Foggia, da marzo 2001 a maggio 2003, con delega al Turismo, Sport e Tempo Libero e da giugno 2003 a ottobre 2004 con delega alle Risorse Umane Organizzazione e Metodo. Dal 20 marzo 2001 a maggio 2003 è stato componente del Comitato Regionale dello Sport (L.R. 32/85).
Consigliere comunale di Foggia e capogruppo dello SDI da agosto 2004 Ë, tra l’altro, componente della Commissione Consiliare Permanente Urbanistica, Assetto del territorio ed Arredo Urbano e per i Regolamenti.
LUCIA LAMBRESA
(Io Sud, Presidente – Adriana Poli Bortone)
1. E’ il momento di mettere da parte egoismi politici e strumentalizzazioni inutili. Chi ha la possibilità di dare un contributo a sostegno di chi fa cultura deve farlo senza porre condizioni. Le Istituzioni, le rappresentanze politiche, devono operare per il bene della comunità e dove non possono per mancanza di fondi hanno il dovere di stimolare gli operatori commerciali, i privati, le fondazioni, per coordinare interventi economici e non che possano servire a restituire valore a luoghi o strutture di interesse culturale. Questo dovremmo imparare a farlo anche a Foggia, evitando personalismi inutili e avvicinandoci di più a realtà locali importanti che troppo spesso la cecità della politica non permette di vedere.
2. Il problema dei musei in Capitanata è che devono mettersi in rete per creare un cammino culturale che coinvolga tutto il territorio ed offra ai visitatori-turisti un ventaglio di offerte considerevoli. In questi ultimi tempi devo dire che a riguardo sono stati fatti importanti passi in avanti grazie all’intervento dell’Università e del suo Rettore. Questo non vuol dire che non si possa fare di più. Solo se penso al patrimonio storico ed archeologico della nostra terra mi vengono mille idee. Non si tratta di realizzare solo dei nuovi spazi dove ospitare l’arte o la storia, ma soprattutto valorizzarla e comunicarla. Dalla nuova Pinacoteca al Palazzetto dell’Arte, l’Amministrazione comunale ha restituito alla città spazi importanti, ma non basta.
Ci sono altre realtà che vanno considerate, recuperate, valorizzate. Penso aite. Penso ai camminamenti federiciani, al patrimonio inestimabile di Arpi, al recupero dei quartieri settecenteschi.
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3. Finanziamenti. Abbiamo bisogno di mezzi economici da indirizzare a progetti di recupero di strutture importanti. Foggia è una città che ha dovuto perdere pezzi importanti del proprio passato a causa di terremoti e della seconda guerra mondiale. Nessuno ci ha ripagati del sacrificio che Foggia e i foggiani hanno pagato caramente.
4. Dobbiamo restituire dignità ai luoghi più rappresentativi, continuare l’opera di recupero del centro antico della città, allargare le zone pedonali, creare percorsi culturali. Immagino una valorizzazione di quello che rappresenta Umberto Giordano. Un museo interamente dedicato al musicista foggiano potrebbe essere un punto di partenza, ma anche un percorso culturale nel centro cittadino che guidi i turisti dalla piazza al teatro, dal museo al conservatorio.
5. Come dicevo in precedenza, bisogna mettere da parte gli egoismi politici. La gente è stanca di vedere svanire opportunità di crescita per la comunità a causa di prese di posizione inutili di rappresentanti di partiti diversi. I rappresentanti delle Istituzioni devono lavorare per il bene comune. In questo momento di difficoltà economica è necessaria una collaborazione tra gli enti, le associazioni, gli imprenditori foggiani. Siamo tutti figli di questa terra che, purtroppo, sta invecchiando prematuramente.
ramente.
Dobbiamo aiutarla a rinascere, una seconda giovinezza per Foggia e la sua provincia porterà vantaggi per tutti.
CHI E’ LUCIA LAMBRESA
Nata a Orsara di Puglia il 10 dicembre 1957, risiede a Foggia. E’ attualmente Vice Sindaco del Comune di Foggia e Assessore alla Legalità, Sicurezza e mobilità urbana, Traffico e Polizia Municipale. E’ stata consigliere comunale di Foggia dal 1985 al 1995, tra MSI e Alleanza Nazionale. Ha rivestito il ruolo di segretario cittadino, vice segretario provinciale del Movimento Sociale Italiano, partito in cui ha svolto anche l’incarico di coordinatrice regionale del movimento femminile dal 1987 al 1990. E’ stata componente dell’Assemblea Nazionale di AN dalla fondazione allo scioglimento.
Nel 2006 fu nominata commissario provinciale di AN e, successivamente, Presidente provinciale del partito, guidato fino alla costituzione del Popolo della Libertà. Alle ultime elezioni amministrative è stata candidato sindaco della coalizione centrista.
Tra il 1995 e il 2005 ha rivestito i seguenti incarichi amministrativi e professionali: Presidente del CdA dell’Azienda Speciale Amica; Presidente del CdA di Dauniambiente s.p.a.; Presidente del CdA della Cispel Services s.c.r.l. di Roma; Presidente della Confservizi Puglia (già Cispel Puglia); componente del Direttivo Nazionale e della Giunta Esecutiva della Federambiente; Componente del Direttivo e della Giunta Nazionale della Confservizi. E’ insegnante ed è iscritta all’Ordine dei Giornalisti.
LEONARDO DI GIOIA
(PDL, Presidente Rocco Palese)
1. È, purtroppo, antico costume della politica, in regime di crisi, tagliare gli investimenti a partire dalla Cultura. Una scelta, in molti casi, dettata dalla distorta percezione di questo settore come fonte di spese. In un Paese come il nostro, invece, disseminato di beni storici, architettonici ed artistici e ricco di altre straordinarie ricchezze culturali, andrebbe più correttamente considerata per quello che è: non solo un elemento fondamentale per il progresso civile di un popolo o di una singola comunità, ma come una potenziale fonte di guadagno in un sistema economico virtuoso e assolutamente compatibile. Certo, le continue emergenze in settori vitali per la sussistenza dei cittadini, condizionano fortemente politici ed amministratori: quando alle porte degli enti locali bussano persone assillate dalla disoccupazione, dalla mancanza della casa, dall’ impossibilit 4‡ di assicurare il necessario alla propria famiglia, diventa molto difficile convincerli che è importante finanziare una mostra, un convegno, strutture culturali e così via. Ma è una responsabilità che la politica e le istituzioni devono prendersi per non mortificare le basi della formazione dell’identità di un popolo. Governi e pubbliche amministrazioni, dopo aver eliminato sprechi, anomalie, storture strumentali attraverso opportuni controlli e razionalizzazioni, devono avere il coraggio di riprendere ad investire in Cultura; in strutture, iniziative e, soprattutto, nelle prime e forse più importanti fonti di Cultura: la Scuola e l’Università. In questo solco si sta muovendo da tempo, ad esempio, l’Amministrazione Pro Amministrazione Provinciale di Foggia, che ha sostenuto progetti credibili e soprattutto ben strutturati nel settore, ma anche convegni e pubblicazioni. Un esempio è il progetto di rete dei servizi bibliotecari della Capitanata rientrato tra le priorità strategiche del Piano ‘Capitanata 2020’, ma anche l’impegno per la costituzione della rete museale della provincia. Ci sono, poi, le organizzazioni di interessanti mostre alla Biblioteca provinciale e al Museo del territorio e, da un punto di vista più prosaico, lo stanziamento di fondi per il miglioramento delle strutture scolastiche di sua competenza. Per non parlare della promozione di appuntamenti di grande successo come il ciclo di concerti-conferenze ‘Musica civica’. Tutti obiettivi raggiunti grazie all’impegno del Presidente Pepe, dell’Assessore alla Cultura Billa Consiglio, del qualificato personale dell’Ente Provincia e – se permettete il piccolo atto di immodestia- all’apporto dell’Assessorato al Bilancio che ha saputo sempre reperire le necessarie risorse.
2. Colpa, probabilmente, di una concezione un po’ troppo ‘antica’ e ‘statica’ dei contenitori culturali. Derivano da in’idea troppo incentrata sui beni e troppo poco sull’importanza di comunicare la cultura e i suoi elementi ai visitatori. La divulgazione, nelle strutture museali e comunque espositive, deve essere posta in primo piano, per attrarre visitatori paganti e permettere l’autofinanziamento, che prima o poi evolverà in guadagni. Qui c’è, però, l’ostacolo importante di un difetto degli Italiani: forse perché abitanti di una nazione così ricca di beni culturali, si sentono un po’ proprietari di questi beni; per questo non comprendono la necessit 4‡ e l’importanza di pagare i servizi culturali. È chiaro che, se le strutture culturali non sono autosufficienti, saranno sempre un peso per il bilancio degli enti pubblici, mentre possono e devono diventare una risorsa. Ma, per ottenere questo, occorre comunque fare inizialmente investimenti pubblici ‘a fondo perduto’, per l’ammodernamento delle strutture, per le dotazioni multimediali, le pubblicazioni, le iniziative promozionali, gli eventi di ampio respiro.
3. L’emergenza principale può essere proprio la mancanza di una visione organica delle politiche culturali da applicare sul territorio, È vero che, su questo versante, la Regione ha avviato un’opera di armonizzazione, concedendo finanziamenti solo a progetti omogenei, ben strutturati e finalizzati alla promozione complessiva del territorio. Ma forse, in queste scelte, avrebbe dovuto dare più voce in capitolo alla Provincia, come Ente territoriale intermedio che, per il principio di sussidiarietà, possiede conoscenze più complete delle esigenze delle comunità, semplicemente perché più ‘vicino’ ad esse: anche per quanto riguarda la Cultura.
4. Fatti salvi tempi e deviazioni dettate dalle urgenze e le contingenze della gestione quotidiana della cosa pubblica, penso che il primo sforzo sarà proprio nella direzione del cambiamento di mentalità nei confronti del ‘sistema-Cultura’, da parte della politica ma anche da parte dei cittadini. La Cultura è un diritto irrinunciabile, ma deve essere anche un dovere per i cittadini rispettare e sostenere economicamente i beni e le iniziative culturali. Sarà fondamentale, poi, la sinergia con gli enti locali, che dovranno essere maggiormente coinvolti nel coordinamento esercitato dalla Regione sulle politiche culturali relative ai loro stessi territori.
5. Non solo lo ritengo possibile, ma penso che sia un dovere morale, da parte della politica. Erroneamente, i partiti pensano che arroccarsi e cercare di ottenere un risultato importante per la popolazione sia un modo per guadagnare il suo consenso. Spesso, però, si ottiene l’esatto contrario: la mancanza di collaborazione, il conflitto messo in atto per puro spirito di contraddizione, ritardano il conseguimento degli obiettivi, quando addirittura non lo impediscono. E i cittadini sono stanchi di vedere deluse le proprie aspirazioni per i classici ‘giochetti’ della politica.olitica. La gente vuole risultati: chi dimostra di saperli ottenere anche collaborando con la parte politica avversa, per il bene comune, otterrà fiducia, consenso e nuovi mandati popolari.
CHI E’ LEONARDO DI GIOIA
Nato a Foggia il 18 aprile 1971. Dopo aver conseguito la maturità scientifca, si laurea in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Bari nel 1995, con 110 e lode. Da allora ha gradualmente percorso le diverse tappe della carriera professionale, oltre a rivestire a vario titolo incarichi di docenza universitaria.
È Dottore Commercialista, Revisore contabile riconosciuto ed è anche Consulente Tecnico d’Ufficio per il Tribunale di Foggia. Assegnista di ricerca e Professore a contratto dell’Università di Foggia per le Facoltà di Economia, Medicina e Chirurgia ed Agraria, è stato Presidente del nucleo di Valutazione dell’IACP della Provincia di Foggia dal 2002 al 2004, componente di diversi nuclei di valutazione di Comuni della Capitanata.
Ha curato la stesura delle sezioni dedicate all’economia turistica in provincia di Foggia in manuali sull’argomento pubblicati dalla Franco Angeli Editore.
Densa di soddisfazioni la carriera politica. Il 13 giugno 2004, risulta primo degli eletti per la carica a Consigliere comunale di Foggia nella lista di Alleanza Nazionale e ne diviene Capogruppo conducendo una ferma opposizione con documentati interventi in assemblea e costruttive proposte per il miglioramento della gestione dell’Ente. Nello stesso periodo, entra a far parte del Consiglio Nazionale dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia) e dell’Esecutivo provinciale di A.N. E’ componente del Coordinamento Regionale della Puglia del Popolo della Libertà. Alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale è il candidato più votato nel collegio di Foggia n. 3. Il 29 aprile 2008 viene nominato Assessore al Bilancio e alla Programmazione Economica e Finanziaria, con le deleghe al Bilancio, Demanio e Patrimonio, Programmazione Territoriale (Area Vasta), Piano Territoriale di Coordinamento, Statistica, Affari e Servizi Generali ed Informatizzazione.
FRANCESCO CRINGOLI
(Alternativa Comunista – Presidente Michele Rizzi)
1. Ritengo possibile anzi fondamentale e doveroso evitare i tagli alla cultura e alle scuole pubbliche, in quanto la cultura e l’informazione sono alla base di una società fondata su principi sani e coerenti. La crisi non può certo essere risolta tagliando sulla cultura, ma bisognerebbe iniziare tagliando gli esosi stipendi dei politici locali, limitando lo spreco di denaro pubblico per finanziare enti privati e iniziando una politica di salvaguardia e rivalutazione del territorio eliminando clientelismo e corruzione, piaghe dei partiti borghesi che si alternano alla guida del Paese.
Oggi purtroppo assistiamo a situazioni davvero desolanti e tristi con biblioteche in condizioni disastrose e scuole pubbliche che, a corto di finanziamenti, non riescono a garantire una formazione completa ai propri studenti. La cultura non può che aiutare ad uscire dalla crisi. Ribadisco il no convinto ai tagli fatti alla cultura così come ritengo fondamentale una formazione culturale adeguata soprattutto se pensiamo che mai come oggi i giovani sono lontano anni luce dal mondo dell’informazione e della cultura.
2. Il problema dei musei di Capitanata, come del resto di quasi tutti quelli italiani, è la mancanza di fondi che impediscono lo sviluppo e il miglioramento loro ed anche di biblioteche e scuole, fondi che purtroppo i governi delle sinistre borghesi e delle destre capitaliste preferiscono sperperare in altro modo. A ciò si aggiunga la mancanza di iniziative volte ad avvicinare il pubblico, soprattutto quello giovavanile.
L’archeologia e l’arte dovrebbero essere una risorsa fondamentale per l’economia della provincia visto l’interessantissima e affascinante storia di molti centri della Capitanata e i vari siti archeologici presenti nel territorio, ma questo sembra non interessare minimamente i nostri politici che lasciano un tesoro culturale immenso nel degrado e nell’abbandono totali.
3. L’emergenza culturale in provincia di Foggia è abbastanza accentuata. Riguarda in primo luogo le scuole pubbliche, principalmente quelle dei paesi della provincia lasciate sole dagli enti competenti, ma riguarda anche biblioteche dimenticate dagli amministratori e ridotte ad un cumulo di macerie.
La Regione potrebbe senza dubbio aiutare a risolvere questa vera e propria “emorragia” culturale varando un piano atto a rivalutare le varie situazioni incresciose e degradate in cui versano molti centri culturali, stanziando fondi per risollevare le sorti davvero drammatiche in cui versano siti archeologici e culturali che in altri Paesi europei sarebbero stati certamente rivalutati e che invece qui, giorno dopo giorno, tra il disinteresse generale muoiono. Quello che accade in alcune zone della Capitanata è davvero un omicidio alla cultura e alle radici di un territorio pieno di tradizioni, e la Regione ha il compito, anzi il dovere, di migliorare questa situazione davvero disastrosa.
4. Il partito di Alternativa Comunista e il sottoscritto, se eletto, saranno impegnati in modo deciso e concreto in questa vera e propria emergenza che colpisce il settore della cultura, attraverso iniziative nei musei e nelle biblioteche del territorio, prendendo esempio dalle riuscitissime iniziative già avviate in alcune città del nord Italia come l’apertura dei musei fino a tarda sera, oppure visite gratuite, per riavvicinare la gente alla cultura, visto che ormai questa risulta essere un vero e proprio problema nel territorio. La malagestione negli anni ha portato la gente ad allontanarsi e a perdere quel d allontanarsi e a perdere quella voglia di scoprire e di conoscere. Ecco quindi la necessità di una rivalutazione dei siti archeologici esistenti nel territorio, siti davvero eccezionali che potrebbero portare un effettivo contributo anche per il rilancio dell’economia della Capitanata, e di forti finanziamenti alle scuole pubbliche che versano in condizioni davvero disastrose, non riuscendo a garantire una formazione sufficiente, a differenza di chi ha pensato soltanto a finanziare le scuole private portando insieme ai tagli imposti dal Governo l’istruzione pubblica al collasso.
5. Il problema della mancanza di collaborazione tra enti di diverso colore politico è un problema ormai radicato nel panorama italiano. Purtroppo il problema non riguarda neanche più i diversi programmi, visto che, specie in questo periodo, i partiti si comportano in maniera ipocrita, sia a destra che a sinistra, essendo quasi identici, e i loro contrasti sono dettati da falsi scontri ideologici, tesi a illudere ildere il proprio elettorato.
Così ci troviamo in un Paese, ma anche e soprattutto in una Regione, dove gli enti di diverso colore politico si chiudono reciprocamente le porte ed evitano volutamente di trovare un punto di incontro per il bene della comunità. Questo porta a sacrificare lo sviluppo del territorio e la possibilità di uscire dalla crisi. Così, mentre altre nazioni, come la Germania, riescono a costruire addirittura un governo di unità nazionale tra i vari schieramenti, qui in Italia si alzano barricate e muri invalicabili per questioni davvero banali, portando il Paese e di conseguenza la regione a competere non in maniera adeguata con gli altri Paesi.
Spero che chi vincerà le prossime elezioni, ma anche l’opposizione, pensi per una volta a mettere da parte stupidi contrasti ideologici o ripicche personali o quant’altro e si impegni ad agire uniti e compatti su questioni di vitale importanza per la Regione, senza creare le solite situazioni davvero incresciose di cui ormai è abituata la politica italiana e di cui l’ elettoratoettorato è davvero stanco.
CHI E’ FRANCESCO CRINGOLI
Nato il 21 ottobre 1991 a Foggia, risiede a Sant’Agata di Puglia dove frequenta l’ultimo anno presso l’Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato “Piergiorgio Frassati” (indirizzo meccanico).
Politicamente ha militato per alcuni anni nella Sinistra Giovanile del suo paese per poi avvicinarsi e collaborare, senza però mai tesserarsi, con il Partito della Rifondazione Comunista. Da alcuni mesi, deluso da questa esperienza, ha iniziato la collaborazione con il Partito di Alternativa Comunista e personalmente con Michele Rizzi. È alla sua prima candidatura di una certa consistenza. Oltre alla militanza politica è impegnato nel sociale come tesserato della Protezione Civile del Comune di Accadia.
Cultura, una voce poco eletta