Anno 2 N°5Cultura Viva

Ravenna.Artisti dauni fuori piazza

«Angeli d’Autore» è la mostra che, dal 27 novembre al 22 dicembre, ha aperto la stagione artistica 2010/2011 della Casa Museo di Sant’Alberto (Ravenna) in via Cavedone, della quale ci siamo occupati nei primi numeri di ‘Diomede’ e dove Carmela Claps e Matteo Accarrino, in un antico fienile promuovono eventi legati non solo alle arti visive ma anche alla poesia e alla musica.
Il tema dell’Angelo è stato oggetto di molte mostre, prestandosi a sollecitazioni sempre nuove e a visioni diverse senza mai cadere nella ripetitività, come nel caso di questa rassegna che nasce dai ricordi del curatore Matteo Accarrino e che lo accompagnano da quando ha lasciato il suo paese, Monte Sant’ Angelo sul Gargano, dove ha vissuto fino a trenta anni.
“Le ricorrenze” dell’Angelo, immutate nel tempo, scandivano i ritmi della città. Nel mese di maggio già dalle prime ore del mattino, si sentivano i canti religiosi dei pellegrini che, partendo dall’ingresso del paese, a piedi nudi o in ginocchio in segno di devozione, lo attraversavano, cantando e pregando, fino a raggiungere la Basilica. Settembre, invece, era un mese di attività frenetiche, dove tutti partecipavano, per organizzare la festa in onore dell’Arcangelo: il paese si riempiva di fedeli, le luminarie abbellivano a festa il corso, mentre a frotte le diverse congreghe affollavano la Grotta del Santo. Questi momenti hanno accompagnato le varie fasi della vita di Matteo Accarrino e influenzato alcune sue opere che, seppur nate in contesti diversi, traggono ispirazione da quei ricordi e dalle sue origini legate al mondo artigiano e contadino.
«La figura dell’Angelo – scrive Giuseppe Piemontese – nell’arco dei secoli, ha subìto una radicale trasformazione iconologica ed iconografica.
Da Angelo della pace ad Angelo della guerra, da Angelo della visione ieratica della divinità a guardiano e difensore della sacralità. In ciò riconosciamo l’evoluzione o l’involuzione stessa dell’uomo e della sua sete di dominio e di sacralizzazione dell’invisibile. Così la storia ha rappresentato sempre più in maniera eroicizzante l’aspetto dell’Angelo, in special modo, quello dell’Arcangelo Michele, che nella sua immaginazione ha racchiuso tutta la simbologia degli Angeli Guerrieri».
Con Matteo Accarrino hanno partecipato 27 artisti.