Cultura VivaAnno 2 N°5

Alla ricerca di una nuova stagione conciliare

Non è un volume di memorie, e neanche uno di quei libri-bilancio che si scrivono dopo una lunga e importante carriera. Più che un punto d’arrivo, vuol essere anzi l’inizio di un viaggio, l’appello ad aprire una nuova stagione per la Chiesa, il coraggioso pamphlet di Giuseppe Casale, arcivescovo emerito di Foggia, uscito di recente nella collana paginealtre de la meridiana di Molfetta .
Che il presule non sia uno che le cose le mandi a dire lo si intuisce fin dal titolo, che è una vera e propria dichiarazione programmatica: “Per riformare la Chiesa”. Non meno intrigante il sottotitolo: “Appunti per una nuova stagione conciliare”. Il libro mantiene ampiamente le promesse della copertina: in meno di cento pagine, Casale affronta i temi più caldi che s’impongono alla riflessione della Chiesa, con l’invito a non lasciarle irrisolte, ad affrontarle, ad uscire allo scoperto. L’eredità (sempre più precaria) lasciata dal Concilio Vaticano II, i temi pressanti posti dalle rapida evoluzione
della società contemporanea, la necessità per la Chiesa di dare risposte, rinnovandosi profondamente, sono le costanti che attraversano l’agile saggio dell’arcivescovo. “Non bisogna eludere le domande che la società ci pone – scrive l’arcivescovo -. Il Concilio ha avviato un confronto che va continuato. Non chiudiamoci in difesa inventandoci complotti contro la Chiesa. O, riducendo a le voci che denunziano le nostre mancanze di fedeltà al Vangelo.
Non si tratta solo della . L’umanità, che prende sempre più coscienza delle sue grandi potenzialità, tecniche e scientifiche, avverte il bisogno di un . Se la Chiesa non è pronta a svolgere questa missione con grande attenzione al nuovo che matura, perde l’appuntamento con la storia. Con la storia della salvezza, che si compie nella vicenda umana. E, viene meno al suo compito. Non è tempo per battaglie di retroguardia. Bisogna uscire in campo aperto e camminare insieme con tutti gli uomini e le donne di buona volontà.”
Il “nuovo che matura” è rappresentato dalla crisi delle vocazioni che da un lato trasforma i preti in “pendolari del sacro” costringendoli a correre da una parrocchia all’altra, dall’altro ripropone il tema del celibato sacerdotale e, ancora, da temi come l’omosessualità, l’eutanasia,il rapporto della Chiesa con i divorziati, la posizione dei laici quali membri del popolo di Dio e, soprattutto dalla necessità che la Chiesa ritorni ad “essere povera tra i poveri” ritrovando lo slancio necessario per affrontare i problemi di una società sempre più succube dell’arrivismo, della smania di potere e di successo, e di mali atavici come il familismo.
Con questo “nuovo che matura” la Chiesa dev’essere capace di confrontarsi, ma rinnovandosi essa stessa. Più precisamente,
ritrovando lo spirito conciliare che pare essersi inceppato, dando vita ad una nuova stagione conciliare. Con
l’avvertenza che lo spirito rinnovatore non è un vestito da indossare nelle grandi occasioni o quando si è incalzati dalla velocità con cui corre la storia: dev’essere un atteggiamento permanente “non per una superficiale modernità – avverte mons. Casale – ma per far penetrare il Vangelo nelle cangianti situazioni della vita, che proponevano e propongono sempre gli interrogativi di fondo.”
L’appello che Casale rivolge alla Chiesa (nella sua dimensione di ecclesia, cioè nella sua interezza, gerarchie e semplici sacerdoti, ma anche laici, insomma il popolo di Dio) L’entusiasmante stagione apertasi con il Concilio voluto da Papa Roncalli è un riferimento costante per Casale: “I tempi del Concilio! Quante speranze nell’attuarne gli orientamenti. Soprattutto nel sentirsi popolo di Dio in cammino nella storia per farvi penetrare il lievito evangelico. Da vescovo, ho cercato di camminare insieme con la mia gente del Sud, condividendo la loro vita e animando un impegno di riscossa contro antiche e nuove oppressioni.”
Un entusiasmo, un coraggio ed un impegno che non sono venuti mai meno, se alla bella età di 87 anni, mons. Casale ha trovato l’energia e la voglia di scrivere un libro così stimolante, che sta incontrando molta attenzione da parte del pubblico. A Foggia, “Per riformare la chiesa” è stato presentato presso la Libreria Ubik, da don Michele De Paolis – il salesiano
fondatore del Villaggio Emmaus, un altro prete scomodo -, da chi scrive e da Elvira Zaccagnino, presidente della casa editrice la meridiana che si sta sempre più segnalando per il suo catalogo ricco e stimolante, che offre praticamente tutta (31 titoli) la produzione dell’indimenticabile don Tonino Bello.
Qualche mese fa era uscita una entusiasmante intervista di Enza Paola Cera, Paolo Delli Carri e Chiara Leone proprio a don Michele (“Caro don Michele / Domande ad un prete scomodo”).
Con queste premesse, la presentazione alla libreria Ubik si è risolta in una serata parecchio vivace, con un confronto appassionato ma animato soprattutto dalla presenza di laici ed esponenti del mondo culturale e civile. Pochissimi i religiosi presenti, a conferma di una Chiesa che incontra difficoltà ad “uscire allo scoperto”, perfino quando si tratta di ritrovare e
riabbracciare il Pastore che l’ha guidata per tanti anni, facendola diventare un punto di riferimento in molti, nevralgici nodi che interessano il territorio.
Durante la serata è stato ricordato il forte impegno che Casale ha profuso per contrastare la criminalità organizzata, per ottenere l’istituzione dell’Università a Foggia e per organizzare il Giubileo. Altri tempi che hanno scandito una forte presenza della Chiesa, un suo forte rapporto con la società. Che nostalgia. Ma anche per questo ci vuole “una nuova stagione conciliare”.

Il ritorno di "Diomede". Come abbonarsi
Abbonarsi a una rivista come “Diomede” non significa solo assicurarsi le copie cartacee e digitali previste in un anno. Significa condividere una sfida, incoraggiare in maniera concreta un progetto editoriale a diventare adulto. Chi si abbona, ci consente di pubblicare “la rivista più bella mai esistita a Foggia”, come l’hanno a suo tempo definita.
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