Cultura VivaAnno 2 N°4

«Il Diomede» capostipite dei periodici di Capitanata

«Il Diomede» fu il primo periodico pubblicato in Capitanata, tre anni e mezzo dopo la proclamazione solenne dell’Unità d’Italia. Il periodico iniziò la propria avventura editoriale all’indomani di un periodo travagliato per la Capitanata, tra le più colpite nell’Italia Meridionale dal brigantaggio, fenomeno che assunse i drammatici connotati di autentica guerra civile. E gli echi di quel conflitto sono presenti nella pagine dedicate alla cronaca giudiziaria del «Diomede», in cui vennero trattati processi importanti con decine e decine di briganti chiamati ad essere giudicati dal tribunale di, unico attivo in provincia all’epoca. «Il Diomede» – nome che rimandava al mitico eroe omerico Diomede, che le leggende epiche volevano fosse approdato sulle coste dell’antica Daunia, dopo essere stato fra i protagonisti della distruzione di Troia – fu pubblicato a Lucera dalla tipografia Scepi. I redattori iniziarono la propria attività nel pieno dell’estate del 1864. Il primo numero del periodico, che mantenne cadenza settimanale, fu presentato ai lettori il 16 luglio 1864.
«Il Diomede» usciva nelle edicole il sabato ad un costo di dieci centesimi; ebbe come primo direttore responsabile Agostino Barisciani, cui subentrò nel nono numero del 10 settembre 1864 Antonio Parabola. Con un’impaginazione sobria, privo di disegni – per le fotografie occorreva ancora attendere anni – e con un formato foglio di 24 x 37 centimetri ed una gabbia di 20 x 32 centimetri, «il Diomede» si presentava come il settimanale di una borghesia progredita, che aveva aderito in modo convinto al processo unitario e che premeva per cercare di modernizzare la Capitanata, dotandola di infrastrutture. In primis il collegamento ferroviario. Da realizzarsi in tempi brevi, suggerivano i redattori del Diomede nel sesto numero del 20 agosto 1864 in un articolo intitolato semplicemente: “Ferrovia da Foggia a Napoli” e nel quale si scriveva in un italiano che definiremmo oggi d’altri tempi: “Fra le tante disparate opinioni, circa la ferrovia che dovrebbe congiungere Napoli sul Tirreno a Foggia sull’Adriatico, emettiamo puranco la nostra; accennando che sia la preferibile per ragioni statistiche, economico artistico commerciali. Sotto l’ex governo Napolitano si era incontrovertibilmente riconosciuta la necessità di un cammino ferroviario che menar dovesse dall’oriente all’occidente delle Province Meridionali”.
«Il Diomede» ebbe vita breve, come molte esperienze editoriali dell’epoca. Fu pubblicato infatti, almeno così evidenzia la raccolta conservata presso la biblioteca comunale “Ruggero Bonghi” di Lucera, sino al novembre del 1864. La raccolta della “Bonghi” si compone di quattordici numeri, anche se in realtà «il Diomede» fu pubblicato in sedici numeri. L’ultimo conservato presso la biblioteca lucerina infatti è del 19 novembre e reca in alto il numero 16. Alla collezione, l’unica esistente presso una biblioteca pubblica, mancano infatti i numeri quattordici e quindici.
La cessazione delle pubblicazioni avvenne in modo improvviso. Nell’ultimo numero conservato alla “Bonghi”, infatti, non compaiono annunci di cessazione della pubblicazione. Né arrivederci ai lettori, il che potrebbe far pensare anche ad altri eventuali numeri pubblicati, non conservati dalla raccolta della “Bonghi” ed andati quindi perduti. Questa ipotesi però non trova elementi di riscontro per cui con tutta probabilità, come avvenne per tanti periodici, i redattori del «Diomede» posero fine all’esperienza editoriale dall’oggi al domani, per motivi contingenti.
Nonostante la breve vita, «Il Diomede» è un periodico di grande interesse. Non solo perché fece da apripista a quello che sarà un vero e proprio boom editoriale – dopo l’esperienza del «Diomede» in Capitanata, soprattutto nei maggiori centri di Lucera San Severo e Cerignola e nel capoluogo Foggia, furono pubblicati, prima dell’avvento del Fascismo, circa trecento periodici a testimonianza di un fermento culturale non irrilevante nel sessantennio preso in considerazione – ma per gli argomenti affrontati ed i contenuti di moltissimi articoli. A cominciare dall’editoriale di presentazione dal titolo asciutto, “Programma”, con il quale i redattori chiedevano l’attenzione dei propri lettori.

Il ritorno di "Diomede". Come abbonarsi
Abbonarsi a una rivista come “Diomede” non significa solo assicurarsi le copie cartacee e digitali previste in un anno. Significa condividere una sfida, incoraggiare in maniera concreta un progetto editoriale a diventare adulto. Chi si abbona, ci consente di pubblicare “la rivista più bella mai esistita a Foggia”, come l’hanno a suo tempo definita.
Il ritorno di "Diomede". Come abbonarsi
Abbonarsi a una rivista come “Diomede” non significa solo assicurarsi le copie cartacee e digitali previste in un anno. Significa condividere una sfida, incoraggiare in maniera concreta un progetto editoriale a diventare adulto. Chi si abbona, ci consente di pubblicare “la rivista più bella mai esistita a Foggia”, come l’hanno a suo tempo definita.