Arti & e SpaziAnno 1 N°1 NS

La Bella Lucerina dipinta da Giorgio De Chirico

I siti web di collezionismo e gli archivi digitali sono una-straordinaria miniera di bellezza e di nostalgia: regalano preziose gocce di passato che ci ricordano come eravamo, restituendoci pezzi di memoria che andrebbero altrimenti perduti.
È il caso della bella lucerina dipinta da Giorgio De Chirico-per l’edizione 1956 del calendario della Ramazzotti, casa produttrice del celebre amaro “che fa sempre bene”.
Come si apprende dal risvolto dell’opera, quell’anno l’azienda milanese concluse le manifestazioni celebrative del 140°-anno della sua fondazione “con un avvenimento artistico di particolare rilievo: il Maestro Giorgio De Chirico, di fama universalmente riconosciuta, si è compiaciuto dipingere per noi il-quinto Calendario della Serie Costumi d’Italia”.
Interessante che la scelta sia caduta su Lucera, e sul suo costume tradizionale indossato da una ragazza intenta a filare, in un tipico paesaggio del Tavoliere.
“Di particolare bellezza e preziosità – scrivevano ancora i-fratelli Ramazzotti -, l’opera rappresenta il costume di Lucera,-che campeggia nella cornice del suggestivo paesaggio delle
Puglie”.
Secondo gli esperti, il dipinto è databile tra il 1954 e il 1955,-ovvero ad anni precedenti a quello cui il calendario si riferisce. Venne stampato su cartone, in fotocromolitografia, presso gli Stabilimenti Tipolitografici Vallecchi di Roma-Firenze.
La figura femminile raffigurata attinge ai canoni della bellezza classica, come pure il paesaggio che la circonda, grazie-anche alle scelte cromatiche dell’artista.
L’assieme risulta tuttavia piuttosto oleografico, meno metafisico e fantastico rispetto al De Chirico che conosciamo, e-che si coglie in altre opere “pubblicitarie” realizzate dal Maestro, che fu tra gli artisti italiani più attivi nel settore.
Oltre al calendario realizzato per Ramazzotti, De Chirico
lavorò per “Vogue”, dipinse un manifesto per la Fiat 1400, e-illustrò un volume per la Simmenthal, con sette vedute di città-italiane accompagnate da loro pietanze tipiche. I tratti tipici-della pittura di De Chirico si ritrovano jn modo particolare nel-manifesto dipinto per la Fiat, in cui si vedono Bellerofonte con-il suo fido Pegaso sospesi tra un modello Fiat dell’inizio del XX-secolo e una scintillante 1400.
Assieme ad artisti come Renato Guttuso, Aligi Sassu, Pietro Annigoni, De Chirico prese parte anche ad uno dei
progetti di arte pubblicitaria più importanti del secolo scorso, “Arte e Industria” promosso dalla Stock, per promuovere il-celebre brandy.
Un esemplare dell’opera “lucerina” di De Chirico è custodito a Treviso, nel Museo Nazionale che custodisce la Collezione Salce, punto di riferimento di quanti si interessano di arti-grafiche.

Il ritorno di "Diomede". Come abbonarsi
Abbonarsi a una rivista come “Diomede” non significa solo assicurarsi le copie cartacee e digitali previste in un anno. Significa condividere una sfida, incoraggiare in maniera concreta un progetto editoriale a diventare adulto. Chi si abbona, ci consente di pubblicare “la rivista più bella mai esistita a Foggia”, come l’hanno a suo tempo definita.
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