Anno 3 N°8 NSInterventi & Contributi

In ricordo di Franca Marasco. Ragazza per sempre

Una rivista come “Diomede”, che ha un occhio speciale e prioritario alla storia, alla cultura alla promozione del territorio e delle persone di ieri e di oggi che, a vario titolo, meritano di essere ricordate, non si occupa certo di fatti di cronaca, per quanto violenti e sensazionali, e anche se avvenuti nel cuore di Foggia. Del resto siamo una rivista trimestrale, come potremmo seguire la cronaca o l’attualità nelle varie dinamiche! Non potevamo, però e in via del tutto eccezionale, ignorare una cortese richiesta. E lo facciamo per rendere omaggio a una donna speciale, Franca Renata Marasco, assassinata, a 72 anni, il 28 agosto 2023 in quel modo cruento e gratuito che tutti sappiamo, e che richiama per analogia le tante vittime cancellate secondo quel protocollo che la “banalità del male” riproduce ogni giorno, e aggiornato solo nella contabilità e in qualche variante criminale. Accogliamo con piacere, dunque, la richiesta dei tanti amici – compresi nostri abbonati e lettori – che hanno sollecitato la rivista a non dimenticare il sacrificio e la bella persona che era Franca Renata Marasco. Lo facciamo con le parole dei suoi compagni di scuola e di gioventù che, a nome di tanti, hanno vergato per “Diomede” queste significative e delicate parole.

I tuoi compagni

Commemorare un femminicidio, per di più così brutale e feroce, non è facile, senza cadere nella retorica del pietismo commemorativo. Non è quello che avrebbe voluto Franca. Già nell’aspetto, con quel portamento ieratico e solenne, alta e severa ricordava l’Irene Papas indimenticabile interprete del mito e della tragedia greca. Ma Franca la tragedia non l’ha interpretata, l’ha vissuta per difendere la sua vita, i suoi valori, la sua “croce”, ha resistito ai suoi carnefici fino al martirio. L’avevamo ritrovata dopo mezzo secolo nella chat che, noi ragazzi del ’68, la III C del Liceo Classico “Lanza”, avevamo organizzato per rivivere l’entusiasmo di allora, alle soglie della senescenza. Franca l’avevamo ritrovata là dove l’avevamo lasciata, nell’azienda di famiglia che si era accollata con lo spirito indomito di chi le cose le fa bene, per dovere, per rispetto, per dedizione. Per difendere tutto questo è morta. Ci aveva affascinato con la sua cultura, il suo carattere pacato, saggio ed esigente, proprio di chi ha molto vissuto, più nel doloroso sacrificio, a volte, che nella gioia superficiale e modaiola. Mi aveva colpito un suo sfogo, frutto forse di un attimo di umana debolezza che sembrava collidere con l’immagine di donna libera, forte, sicura di sé, quando, con pudore mitigato dalla dignità, aveva confidato di aver rinunciato a tante cose piacevoli della vita per spirito di sacrificio e senso del dovere. Appariva come un rimpianto, era la dimostrazione della sua grande umanità e forse il presagio dell’epilogo. La ricordiamo così, ragazza per sempre, severa nei suoi principi …severa prima di tutto con se stessa. Chi sa se i suoi assassini riusciranno a comprendere cosa ci hanno tolto. Siamo commossi ed attoniti e ci ritroviamo soli, con un vuoto incolmabile, tornati gli adolescenti incerti ed immaturi di allora, senza la sua guida morale, senza l’esempio della sua maturità.