A colloquio con l’allenatore del Foggia Zdenek Zeman, certamente uno dei più bravi d’Europa e il più discusso degli ultimi 10 anni in Italia. Con lui abbiamo parlato di calcio, ma non solo...
L’ultimo numero del 2010 della rivista “Diomede” è di quelli da collezionare. Non solo per una inedita intervista a mister Zeman e allo spazio dedicato al calcio scritto (compresa la prima bibliografia sul calcio di Capitanata, degli ultimi 50 anni) ma anche per una serie di interessanti temi e gustose interviste.
«Zemanlandia» era, e se volete è ancora, una sorta di marchio di fabbrica, coniato oltre 15 anni fa per rimarcare una di quelle storie sportive che finiscono per fare epoca. Un po’ come avvenne con la mitica squadra giamaicana alle prese con il bob a quattro alle Olimpiadi invernali.
«Angeli d’Autore» è la mostra che, dal 27 novembre al 22 dicembre, ha aperto la stagione artistica 2010/2011 della Casa Museo di Sant’Alberto (Ravenna) in via Cavedone, della quale ci siamo occupati nei primi numeri di ‘Diomede’ e dove Carmela Claps e Matteo Accarrino, in un antico fienile promuovono eventi legati non solo alle arti visive ma anche alla poesia e alla musica.
Il Centro di documentazione sulla storia e la letteratura dell’Emigrazione celebra il suo primo decennio di vita organizzando una pregevole mostra documentaria intitolata “La perquisizione ha dato esito negativo. Emigrazione e controllo politico in Capitanata dal 1896 al 1943”.
Abbonarsi a una rivista come “Diomede” non significa solo assicurarsi le copie cartacee e digitali previste in un anno. Significa condividere una sfida, incoraggiare in maniera concreta un progetto editoriale a diventare adulto.
Chi si abbona, ci consente di pubblicare “la rivista più bella mai esistita a Foggia”, come l’hanno a suo tempo definita.
Abbonarsi a una rivista come “Diomede” non significa solo assicurarsi le copie cartacee e digitali previste in un anno. Significa condividere una sfida, incoraggiare in maniera concreta un progetto editoriale a diventare adulto.
Chi si abbona, ci consente di pubblicare “la rivista più bella mai esistita a Foggia”, come l’hanno a suo tempo definita.